giovedì 20 ottobre 2016

OLTRE IL GENERE del prof. Carlo Conti



Per trattare questo tema mi riferirò anche alla seccata esternazione di Papa Francesco , proprio sulla stessa teoria. Nella stessa intervista ,poi, il Santo Padre aveva di nuovo sottolineato come fosse un problema di non poco conto  il calo numerico dei matrimoni e dei figli.
Ritorno  su miei vecchi concetti dei quali peraltro sono profondamente convinto.
Le varie discussioni dottrinali  sul genere mi hanno abbastanza disturbato in quanto spesso presentate in modo inesatto e fazioso,  per le quali da una parte sembra che tutti gli uomini e tutte le donne siano fatti a stampo con caratteristiche uniche per sesso, e dall’altra parte che si possa scegliere in che sesso stare come si decide che vestito metterci al mattino.
Credo utile, ancora una volta, richiamare il concetto che “oltre il genere” tutti gli umani sono riuniti nel genere “uomo”, anzi, a essere precisi, allo stato attuale, nel genere “uomo sapiens sapiens”.
Il punto nodale sul quale mi concentrerò è “il figlio dell’uomo” sul quale ho sentito fare le ipotesi più fantasiose , ad es. su Repubblica del 29.9.015 si ipotizzava che le donne (per potere essere più libere…”) avrebbero potuto congelare gli ovuli e poi (quando?) fecondarli con seme altrettanto congelato (di chi?).
Gli etologi, e io con loro, sono convinti che il rapporto uomo-donna sia stato fondamentale e abbastanza stabile dalla notte dei tempi, ben prima della fase  cosiddetta  dei “cacciatori e raccoglitori”. Sono state trovate macine di pietra  per tritare semi e poi cuocerli, in un insediamento pugliese risalente a circa 30.000 anni fa e tutte le evidenze archeologiche (sepolture, scheletri, ossa di cacciagione e resti di insediamenti) fanno pensare a nuclei di tipo familiare, abbastanza stabili, con una differenziazione dei ruoli fra uomo, donna, anziani, bambini.
Molte cose sono cambiate e mi sono tenuto aggiornato nel tempo più di quanto possiate pensare, ma il punto centrale del rapporto iniziale uomo donna è costituito dalla attrazione, dal corteggiamento (accettato o meno) , dal verificarsi di una simpatia psicofisica  che , ovviamente , può o meno procedere nel tempo fino al formarsi di una vera coppia:  questo è in tutto il mondo e lo è stato da quando esiste il genere uomo. Ovviamente non per tutti: la scelta di fare coppia uomo-donna è la scelta statisticamente maggioritaria a livello mondiale, ma esistono anche altre scelte.
Quello che ritengo molto interessante è che l’inizio di una struttura familiare costituita da una coppia uomo donna con tutto il seguito di figli, ma anche di nonni e zii e zie zitelle, non è ritenuto dagli etologi il fatto costitutivo primario .  
Tutto fa ritenere, da parte della scienza e del sottoscritto, che l’evento di massima importanza per lo sviluppo della socialità e del rapporto uomo donna sia rappresentato dalla evoluzione della cura della prole. Anche nei grandi primati il rapporto madre figlio è intensissimo ed estremamente duraturo, ma nella razza umana si sono verificati fatti nuovi di estrema importanza:
-        Il cervello è molto grande rispetto al corpo.
-        La acquisizione di un minimo di autonomia è molto lento e prolungato e comporta un legame individualizzato fra madre e figlio adattati l’uno all’altro  da una serie di segnali e di moduli comportamentali che fanno parte di un repertorio innato(neotenia).
-   Quindi nell’ambito della cura della prole si sono resi disponibili quei moduli comportamentali che permettono l’esistenza di un rapporto di amicizia-tenerezza anche fra adulti: è così che ha avuto origine l’amore. E anche i padri hanno sviluppato amore e tenerezza verso il figlio. E anche è possibile l’amore fra uomo e donna.
-      E per la cura della prole era indispensabile un rapporto particolare ( e in genere duraturo) nell’ambito della coppia uomo - donna  ed elementi facilitanti sono il fatto che la sessualità è scissa dal periodo fecondo  e il corpo femminile  si è modificato aumentando le attrattive della parte anteriore.
Non credo che tutto questo finirà molto presto: a livello mondo lo vedo ancora molto attuale, ma dobbiamo recuperare una coscienza sociale, soprattutto nella cultura occidentale , e  soprattutto per quanto riguarda la progettualità della coppia e l’etica di riferimento.
Riscoprire la bellezza del figlio dell’uomo: ogni bambino che nasce è una novità assoluta nella storia del gruppo al quale apparteniamo e anche della intera famiglia umana. Questo frequentemente non è apprezzato e preparato in modo adeguato nell’ambito di una coppia anche nella nostra civilissima Italia. Spesso i figli, nonostante i tanti metodi contraccettivi, vengono concepiti senza una piena assunzione di responsabilità.
In passato il progetto della coppia veniva dato dalle tradizioni. Oggi i figli vengono per scelta, spesso tardiva, o per un rapporto non programmato occasionale, per rassicurare la propria autostima, frequentemente senza un progetto, ma affidandoci alle istituzioni che dovrebbero provvedere a istruzione ed educazione…
Spesso le nuove generazioni non sentono la responsabilità di aiutare e accompagnare i figli all’età adulta, con un’etica di riferimento, con una cultura, con un progetto… che riguarda la coppia in primo luogo, ma anche la nazione nella quale si vive e il mondo intero.
Sempre Papa Francesco ha espresso rammarico per la diminuzione dei matrimoni e il loro ritardo nel tempo, spesso per motivi molto poco consistenti e quindi la natalità nel mondo occidentale è in netta diminuzione. Non certamente sostenuta da tecnologie riproduttive e non certo perché coppie omosessuali non possono avere figli, come del resto esistono esseri umani  che, per scelta o condizione sociale, non si sposano e quindi non hanno figli.
E’ vero che arrivano  da noi occidentali, oggi, esseri umani fuggiti da zone di miseria estrema; zone nelle quali in tempi passati abbiamo attinto a piene mani ricchezze e commesso soprusi, senza costituire le basi affinché la miseria materiale e culturale avesse fine. Queste coppie di migranti  in genere vengono da zone dove la natalità è molto alta, ma le difficoltà che incontrano nelle zone di accoglienza ( e la netta ostilità di alcuni gruppi sociali o nazionali) riduce rapidamente il numero delle gravidanze e quindi dei nuovi nati.
Persistono aree di alta natalità in America del sud e in oriente, ma, globalmente, il genere “homo sapiens sapiens”è in netta difficoltà ed è possibile che entro qualche decennio si assista a una diminuzione dei nuovi nati. Inoltre i nuovi nuclei familiari :
-        Si formano in maniera poco programmata e quindi a rischio stabilità.
-        Il contesto socio-politico generale è poco favorevole alle giovani coppie.
-        L’etica di riferimento personale e di coppia è più portata alla soddisfazione degli egoismi personali che non alla costituzione di un nucleo familiare con figli e un progetto che riguardi le nuove e le vecchie generazioni.
A mio parere è questa la sfida del futuro, anche per i nostri consultori: è su questo che dobbiamo aprire una discussione, anche con la politica, e invitare tutti a prendersi le proprie responsabilità.

lunedì 17 ottobre 2016

RELAZIONE DEL DR. STEFANO LERA

STEFANO LERA
Medico, Psicoterapeuta, Responsabile del servizio Psicologia Clinica del centro Don Gnocchi di Firenze
 


Genere tra scienza e coscienza


La categoria del “genere” nasce a partire dagli anni Cinquanta nella ricerca psichiatrica, sociologica e antropologica americana. Con la parola “sesso” si inizia a riferirsi esclusivamente alla dimensione corporea di una persona (cioè alla sua anatomia); con quella “genere” si inizia a indicare sia la percezione che ciascuno e ciascuna ha di sé in quanto maschio o femmina (cioè l’identità di genere), ma anche il sistema socialmente costruito intorno a quelle stesse identità (cioè il ruolo di genere). La distinzione fra sesso anatomico e ruolo di genere sta alla base di un nuovo pensiero: e cioè che possa esserci una discontinuità tra il corpo con cui si nasce, l’immagine che si ha sé (come ci si sente) e i ruoli stabiliti da altri (gli stereotipi di genere). Quindi:
GENERE = Rappresentazione culturale e sociale del proprio status di uomo/donna, attraverso comportamenti, atteggiamenti, scelta di ruoli, linguaggio eccetera.
SESSO ( BIOLOGICO O GENETICO) = Insieme di caratteristiche genetiche (cromosomi XX o XY) e di caratteri sessuali primari (vagina e utero, pene e testicoli) e secondari (barba, seno, mestruazioni) che consentono di stabilire se un individuo è maschio o femmina o ha caratteristiche di entrambi i sessi. Il sesso biologico/genetico è assegnato alla nascita (e stabilito anche prima della nascita) a ogni individuo.
L’identità sessuale non è riconducibile esclusivamente al fattore fisico presociale e pre-culturale (come sostiene il determinismo biologico) e l’identità di genere non è riconducibile solo al fattore socio-culturale (come secondo il determinismo/costruttivismo sociale) o alla volontà (come esige il volontarismo individualistico). Tale interazione si inserisce nel dualismo che periodicamente ritorna nel contesto del pensiero filosofico occidentale (da Platone, corpo/anima, attraverso Cartesio res extensa/res cogitans).

 IDENTITA’ DI GENERE.
Affianco ai termini comuni a cui siamo abituati ad attribuire l’identità di genere come:
1.ETEROSESSUALITA
2.OMOSESSUALITA.
3.BISESSUALITA
possiamo aggiungere ora  altri tipi di identità di genere, non sempre da tutti conosciuti:
4.CISGENDER
Una persona il cui sesso assegnato alla nascita è il sesso con cui si identifica per il resto della vita.
5.TRANSGENDER
L’identità di genere di un individuo che sente di non appartenere al sesso biologico/genetico assegnato alla nascita, ma al sesso opposto.
6.GENDERQUEER
E’ l’identità di genere di un individuo che non si riconosce nell’opposizione binaria maschio/femmina. Le persone genderqueer pensano che l’identità di genere esprima uno spettro infinito di possibilità. E’ un termine ombrello, che comprende varie sfumature. Ad esempio e per semplificare, i genderfluid si sentono a volte maschi a volte femmine.
7.AGENDER
E’ l’identità di genere di un individuo che sente di non appartenere né al sesso maschile né a quello femminile. Le persone agender desiderano che si parli di loro, ove possibile, utilizzando il neutro.
8.TRANSESSUALE
Persona transgender che decide di operare una transizione verso il sesso a cui sente di appartenere,con terapie ormonali e chirurgia genitale, ma anche adottando abbigliamento e caratteristiche tipiche del sesso opposto
Avvenuto il passaggio, la persona sarà diventata, anche fisicamente, uomo o donna.
9.TRAVESTITO, TRAVESTITA
Persona transgender che prova piacere a indossare vestiti tipici del genere opposto al suo. Un uomo che si veste come una donna o una donna che sceglie abiti maschili.
10.DRAG QUEEN
Persona nata come maschio, che sia transgender o cisgender, a volte anche transessuale, che decide di esibirsi in vesti femminili. Il termine è strettamente legato all’interpretazione di un personaggio, un alter ego del sesso opposto, che vive solo nel momento in cui fa spettacolo.
11. DRAG KING
Persona nata come femmina, che sia transgender o cisgender, a volte anche transessuale, che decide di esibirsi in vesti maschili. Il termine è strettamente legato all’interpretazione di un personaggio, un alter ego del sesso opposto, che vive solo nel momento in cui fa spettacolo.
12. INTERSESSUALE
Termine ombrello con cui si definiscono le persone i cui cromosomi sessuali non sono definibili esclusivamente come maschili o femminili.
Intersessualità (che può essere conosciuta anche come sindrome parziale di insensibilità agli androgeni o sindrome di Reifenstein) è un termine usato per descrivere quelle persone i cui cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili. Un individuo intersessuale può presentare caratteristiche anatomo-fisiologiche sia maschili che femminili. Le cause di tali caratteristiche possono essere varie, sia congenite che acquisite (come nel caso di alcuni disturbi ormonali) e possono intervenire a livello cromosomico, ormonale e morfologico.   Una persona intersessuale puo’, inoltre, manifestare caratteristiche anatomiche sia maschili che femminili (ermafroditismo).
Già due anni prima della Conferenza mondiale di Pechino, la biologa Anne Fausto-Sterling aveva pubblicato sulla rivista The Sciences un articolo in cui, spiegando quanto a volte il tentativo di far rientrare per forza tutti i neonati in uno dei due sessi faccia violenza ai dati biologici, propose – provocatoriamente – di aggiungere ai due sessi "tradizionali", maschio e femmina, lo herm (l'ermafrodita vero, cioè una persona intersessuale che possieda un testicolo e un ovaio), il merm (lo pseudoermafrodita maschio, una persona intersessuale con i testicoli, con qualche caratteristica sessuale femminile e nessuna ovaia) e la ferm (la pseudoermafrodita femmina, una persona intersessuale con le ovaie, con qualche caratteristica sessuale maschile e nessun testicolo).
Nascere intersessuali NON significa sentirsi sia maschio sia femmina.
La chirurgia “correttiva” sulle persone intersessuali, che veniva praticata poco dopo la nascita in modo da assegnare il genere maschile o femminile, è caduta in disuso. Si preferisce aspettare la pubertà, quando l’identità di genere dell’individuo intersessuale si manifesterà con più chiarezza.

PROSPETTIVA ANTROPOLOGICA
Uno tra i più importanti antropologi del Novecento, Marcel Mauss (Épinal, 10 maggio 1872 – Parigi, 10 febbraio 1950) affermava che  in ogni contesto socio-culturale, le istituzioni e le agenzie educative configurano un’idea di persona conforme a valori, saperi e pratiche, che intreccia la sfera personale e quella sociale, orienta atteggiamenti e comportamenti, delimita i confini del normale e del deviante, del piacere e delle emozioni, della sessualità e del genere. La relazione tra sesso alla nascita, ruolo di genere e sessualità si configura piuttosto come una costruzione culturale conforme alle aspettative sociali, presenta una estrema variabilità e assume connotazioni differenti sulla base di modelli culturali locali. In altri termini il sesso alla nascita, la sessualità e il genere non sempre sono sovrapponibili e non in tutte le culture la mascolinità e la femminilità sono determinate dalle differenze anatomiche. Quel che invece accomuna tutte le società è la presenza di un sistema culturale di sesso-genere, sex-gender-system, ovvero un insieme di dispositivi che organizzano e plasmano il comportamento sessuale e i ruoli di genere.
Il sistema dualista, m/f, non è l’unica modalità plausibile di assegnazione e definizione dell’identità del soggetto e che il genere è una categoria multidimensionale. In ogni cultura la percezione delle differenze anatomiche e l’assegnazione delle identità di genere sono strutturate e organizzate in un certo modo, sono mediate da categorie culturali che plasmano, seppure con un certo margine di autodeterminazione, il soggetto.
Andrea Cornwall ( 2000) ha elaborato una riflessione sulle teorie essenzialiste, che individuano una corrispondenza univoca tra sesso e identità di genere, e sulle teorie costruzioniste che nella definizione della persona spostano l’attenzione dalla natura, la differenza anatomica, alla cultura, la costruzione del genere. L’identità, sostiene Corwall, è un processo creativo in fieri, mai data e fissata una volta per tutte né dalla cultura né dalla natura. Il corpo in qualche modo non è mai naturale, vestito di oggetti, di atti e gesti che continuamente lo modificano, è s-piegato dalla traccia creativa delle nostre rappresentazioni mentali. Il corpo è un corpo-mente, un corpo natura-cultura. A tale proposito verranno analizzati sei sex gender system: in India, Nord America, isole Samoa, Filippine, Brasile e Balcani.
1.India. Hijra e Sadhin e il paradigma del terzo e quarto genere
In India sono due le tipologie individuate, “né uomo né donna”, che possiamo ascrivere a un terzo e quarto genere: le Hijra, che nascono maschi e  vengono considerate femmine attraverso un rituale di iniziazione, e i Sadhin, donne biologiche che rinunciano al matrimonio e si vestono e comportano come uomini. Sono entrambi riconosciuti e legittimati non solo nei miti e nei rituali della religione induista, ma anche e soprattutto nell’organizzazione del sistema sociale, pur all’interno di un contesto marcatamente patriarcale.

Alle Hijra e alle Sadhin è conferito uno status particolare. Queste due categorie trovano spazio in un universo mitico e culturale, quello induista, in cui i poli del maschile e del femminile possono dare luogo ad altre possibilità di costruzione della persona.
Nella cultura indiana ancora oggi le qualità distintive del genere, maschile, femminile e del terzo e quarto genere, hijra e sahin, sono plasmate da divinità che hanno un ruolo determinante nelle esperienze di vita del soggetto. La dea Bahuchara Mata, per esempio, è una manifestazione della Dea Madre ed è associata al transessualismo delle Hijra. Le Hijra hanno ruoli di assoluto prestigio ne i matrimoni e nellle nascite di figli maschi. Cantano, ballano e benedicono gli sposi e il nascituro. Hanno relazioni sessuali con maschi non Hijra e assumono nomi femminili, sono censite come donne e occupano posti riservati alle donne, tuttavia non sono definite né donne né uomini.
Alcune Hijra sono prostitute, ma la maggior parte preferisce avere un marito o, in alternativa, vivere in una comunità Hijra. Ad ogni modo alle Hijra che scelgono un marito è imposto il divieto di performance rituali, ma non subiscono alcuna stigmatizzazione né marginalizzazione sociale. Nella struttura sociale indiana, costruita sul sistema delle caste, alle Hijra è loro garantito il diritto ereditario su ogni bene, mobile e immobile, il monopolio sulle loro attività, le performance rituali. Ogni Hijra ha una maestra che ha un ruolo centrale nella sua iniziazione, le conferisce un nome femminile che registra nel libro della Hijra e intrattiene con lei un legame affettivo di reciproca lealtà per tutta la vita.
La Sadhin in India è, invece, la variante femminile delle Hijra: una femmina biologica che rinuncia al matrimonio, taglia i capelli e indossa abiti maschili, mantiene il nome femminile , ma non prende parte a performance rituali né ha potere sacro, svolge invece compiti maschili: arare, seminare e custodire il gregge; siede con gli uomini a fumare la pipa e le è concesso di agire come un uomo in ogni ambito della vita pubblica e privata, ma con una limitazione, la castità a vita, condizione sine qua non dell’accettazione pubblica del suo status. È questo un indicatore di discriminazione.
2. Berdache tra i nativi d’America (Berdasc)
Di notevole interesse è quell’area di studi e ricerche sul campo che ha documentato in 150 società nordamericane la presenza dei/delle berdache, soggetti che incarnano non tanto il ruolo di transessuale o travestita/o quanto piuttosto di un terzo e quarto genere.
In primo luogo sono state messe a fuoco le specializzazioni produttive dei/delle berdache: la guerra, la caccia e la leadership per i berdache, e le arti, l’artigianato e i lavori domestici per le berdache. In secondo luogo il ruolo determinante del mandato soprannaturale nel conferimento di poteri straordinari.

Lo status berdache, infatti, è solitamente accompagnato da attribuzioni di carisma, di potere soprannaturale, di talento e notevoli capacità, come suggeriscono i privilegi di cui godono in termini economici e di status. Il desiderio sessuale e le relazioni affettive, durature o occasionali, sono di solito orientati verso soggetti non berdache dello stesso sesso.
Nelle cerimonie di iniziazione al ruolo berdache gli atteggiamenti e i comportamenti degli iniziati non mimano il sesso opposto, nè i termini in uso nel linguaggio comune che li definiscono hanno alcuna relazione con le categorie di genere femminile o maschile, il/la berdache  non mima un ruolo sessuale e di genere maschile o femminile
3. Le travestis – Bichas-a Salvador del Brasile
Le travestis a Salvador del Brasile offrono sesso sul marciapiede, ma godono anche del privilegio rituale nei templi del candomblè, religione afro-brasiliana, di incarnare il ruolo delle figlie del santo: danzano vestite di bianco e pizzi e sono possedute dalle divinità Orixàs. Il sincretismo religioso contrappone i santi cattolici  alle orixas-divintà africane. Le travestis possono slittare continuamente tra i poli del femminile e del maschile ,possono rivendicare la loro mascolinità e al tempo stesso mettere in scena rappresentazioni declinate al femminile, possono attraversare i confini di genere e riposizionarsi di volta in volta assumendo il ruolo della bella fascinosa o del macho. Sfidano il confine, ma non lo rimuovono, lo riposizionano. Nei linguaggi espressivi, in strada e nei rituali del candomblè la travesti oscilla, dunque, tra i ruoli della femminilità remissiva e della mascolinità dominante. Le dicotomie di sesso e genere sono così dislocate e rimesse continuamente in gioco nel rito e nel tempio .
4. Balcani: le vergini giurate
Nella popolazione rurale dei Balcani già nella prima metà del XVI secolo furono documentate le vergini giurate, femmine biologiche vestite in abiti maschili, impegnate in lavori maschili e tributate di riconoscimento pubblico e sociale: un attraversamento di genere permanente e istituzionalizzato, approvato dal contesto familiare e dalla più ampia comunità.
Le vergini giurate, per scelta personale o della famiglia, erano definite maschi sociali che godevano del rispetto, misto a soggezione, della famiglia e della comunità, dei diritti ereditari e del ruolo di capofamiglia. La rinuncia alla sessualità e il voto di castità erano volontari, ma la trasgressione comportava di frequente stigmatizzazione sociale, la condanna a morte e la lapidazione.

La vergine giurata declinava al maschile i termini nel parlare di sé, sedeva con gli uomini a bere acquavite, fumava la pipa, amministrava i beni della famiglia, disdegnava il comportamento delle donne come solo la misoginia maschile sa fare, era registrata nei documenti ufficiali con nome maschile e aveva diritto di voto in un tempo in cui non esisteva il suffragio universale. Infine dopo la morte era riservata alle vergini giurate una cerimonia funebre tributata ai membri maschili della comunità e benedetta dai preti ortodossi.
Tutte le vergini giurate erano sempre molto risolute nel vendicare gli affronti alla loro mascolinità, colpivano duramente il colpevole o sfoderavano la pistola. La consuetudine consentiva loro di lavare il disonore anche con il sangue. Sebbene addestrate all’uso delle armi e autorizzate a prendere parte di diritto a incursioni e faide con i maschi del villaggio, tuttavia uccidere una vergine giurata era considerato disonorevole per uomo.
Abbiamo notizia di una vergine giurata, nata nel 1941 in Montenegro, tuttora vivente. Primogenita di 8 figlie femmine .Ancora oggi veste abiti maschili, lavora e vive in città con la sua compagna.
5.I concorsi di bellezza bantut nelle Filippine del Sud.
I Bantut, che primeggiano nella musica, nel canto e dominano il mercato locale nel business degli istituti di bellezza e dello spettacolo, nelle gare sfilano sul palco con i loro corpi modellati sui canoni estetici della bellezza internazionale e danzano al ritmo delle più antiche tradizioni performative locali. L’organizzazione dei concorsi, accurata e meticolosa, può contare sulla presenza di un vasto pubblico e delle autorità locali laiche e religiose. All’Imam, il capo della comunità islamica locale, è sempre riservato un posto in prima fila.
Attualmente le scuole sono tra i principali sponsor dei concorsi di bellezza bantut e il corpo docente figura nel consesso dei giudici. L’educazione alla bellezza, l’autorealizzazione e l’autostima, sono i valori enfatizzati nei programmi di formazione.
Nelle Filippine del Sud i bantut, progressisti, istruiti e indipendenti, sono figure di mediazione e di contenimento di forze culturali ( musulmana e progressista americana), esibiscono i costumi tradizionali, le virtù della più rassicurante e tradizionale figura femminile: la moglie devota e attenta alle responsabilità familiari, alle funzioni educative e di cura.
6. Le fa-efafine di Samoa.
I samoani non hanno termini e categorie che distinguono pratiche eterosessuali e omosessuali.
A una coppia che genera solo figli maschi è concessa la possibilità di allevare un figlio come una femmina, assegnarle il ruolo di “fa-afafine”, alla maniera di una donna. A volte la decisione è assunta dal soggetto in età adulta. In tutte e due i casi la scelta è supportata dall’accettazione e dal riconoscimento familiare e sociale. La fa-afafine ha assunto un ruolo che nel periodo pre-cristiano era assegnato alle ragazze samoane durante gli intrattenimenti: divertire con lo scherzo osceno, la burla e la satira a sfondo sessuale. La burla e la satira a sfondo sessuale sono ancora oggi l’espressione che manifesta e in qualche modo argina l’aggressività e la rivalità che permeano la società samoana.

I giochi preferiti nelle antiche cerimonie erano gli scherzi osceni, l’esibizione di parti intime, una danze notturna, poula  e canzona mento scherzoso a sfondo sessuale (ula)e venivano effettuate dalle donne. I processi urbanizzazione e Cristianizzazione  hanno indotto il divieto di giochi e scherzi osceni,per cui oggi, nella moderna e urbanizzata Samoa, solo alle fa-afafine è concesso il diritto di ula negli intrattenimenti. Nella Samoa moderna, urbanizzata e cristianizzata, le ragazze e i ragazzi durante gli intrattenimenti devono usare “la lingua del rispetto”, non possono giocare la ula, le ragazze non possono più esibirsi nelle danze oscene (poula), appena poco più tollerato è l’esibizionismo delle donne adulte.

RELAZIONE DEL DR. MASSIMO BARBIERI

MASSIMO BARBIERI
Psicologo, Psicoterapeuta, Docente di scuola secondaria, Didatta Centro Studi Terapia Familiare e Relazionale di Roma.
CASI REALI


. Febbraio. Inviata da una sua insegnante, Eurosia di 1a secondaria chiede un colloquio, di cui questo è un estratto: “Ho un problema con mia madre (44 anni), per il mio outing lesbo fatto ora, di cui ho consapevolezza da 3-4 anni. Da tempo chiedeva se ho un ragazzo, poi ho ammesso. Ne parlerei con mio padre (66 anni), più aperto e disposto a capire; ho un fratello dalla sua prima moglie che ora convive con un altro. Ieri dopo 2 mesi è finita con la mia ragazza coetanea, conosciuta a danza”.

. Aprile. Scuola secondaria. Colloquio con Gigliola, docente del corso facoltativo pomeridiano di teatro musicale cui afferisce Alisia, alunna di 5a, che viene a scuola a volte tumefatta o sanguinante dal naso, la madre ha problemi di alcolismo. Il sospetto dell’insegnante, basato su un disagio emotivo che sente verso la ragazza, è di omosessualità e innamoramento verso lei dell’alunna, che insiste a cercarla e lasciarle sms. Gigliola si sente oppressa dalla cosa (‘Il compagno con cui sto è separato dalla moglie, andata con un gay’) e teme che finita la scuola la ragazza continui a cercarla; inoltre sente colpa di omissione alla richiesta di aiuto dell’adolescente (‘Fu un periodo difficile per me’). Evidenti i fattori proiettivi e identificativi (‘Non posso permettermi una psicoterapia, che farei, ne ho bisogno per miei vecchi problemi irrisolti’). Si può consigliare di non interrompere il rapporto prima della recita finale, approfittando di tale conclusione ufficiale per sganciarla, se persiste a telefonarle, motivando (‘Ho avvertito hai difficoltà e problemi, però devi rivolgerti a qualcuno competente’) e provando a indirizzarla. L’alunna supererà l’esame di Stato col minimo.

. Maggio. La madre chiama per un consulto: “Mio figlio Diego di 20 anni è bloccato. Vengo con mio marito”.
          Colloquio con i genitori, quasi 50enni:
Madre: “Abbiamo anche un altro figlio di 2 anni meno, i fratelli sono legati a noi e fra loro, facciamo vacanze assieme. Il minore è estroverso, ha una ragazza. Diego è indietro nei rapporti, ebbe problemi relazionali, la sua tata disse che ai giardini stava solo, all’asilo non era cercato – nemmeno noi genitori siamo estroversi. Alle elementari stava con le bimbe, aveva problemi coi maschi maneschi, ai giardini non era preso a giocare perché goffo. Alle medie era in classe con bulletti e capimmo sopravvisse. Al liceo frequentazione faticosa, gli si propose di cambiare ma rifiutò per non sentirsi fallito, 3 maschi e 20 femmine, non si trovò col gruppo e prese distanza, le serate le passò a casa; in 2a liceo ebbe forte attaccamento anomalo e inconsueto a un compagno, amicizia idealizzata platonica, a fine scuola l’altro fece drastica troncatura, ci confessò ebbe alta attrazione fisica derivata da affinità intellettuale. L’anno scorso un terapista non lo prese e disse di lasciarlo stare. Questo autunno con l’inizio dell’università di Agraria, ha frequentazioni di facciata. Talvolta lancia messaggi: da bambino fu il suo modo di verificare il nostro stato di attenzione; se gli chiedo dice va bene, ma non ci credo”.
Padre: “Ha problemi di relazione con tutti, non si sbilancia su giudizi estetici o commenti sessuali. Temiamo che non affronterà, non ha autostima, è autocritico, apatico, piatto, chiuso. Gay per me non è una tragedia ma una via difficile socialmente”.
Madre: “Non è convinto. Penso alla sua solitudine affettiva, senza coraggio di stare con un compagno, penso vivrà in isolamento assoluto, senza amici, in un contesto deridente. Quando non ci saremo sarà solo col fratello. Non lo vedo fare vita contro, non ce la fa, temo vivrà con alcune fissazioni. Chiediamo qualche consiglio su che fare come genitori. Gli si propose uno psicologo e non raccolse: terribile quando cambia argomento, è tanto fragile”.
Dopo 2 anni e mezzo la madre telefona: “Diego è disposto al colloquio”. Il ragazzo telefona per fissare e arriverà con un certo anticipo.
“Ho deciso di venire, toccato il fondo. Blocco a deglutire, agitato, oppressione al petto, stato d’ansia sorto senza apparente motivo, prima sensazione soffocamento, nodo che mi blocca nel quotidiano. Risolto in parte parlando coi genitori, spaventato rivelai alcune cose nascoste: a marzo iniziai… scoprii sito annunci sex, cercai ed ebbi risposta da uno che m’aspettò nel suo furgone, entrai, mi spogliai, mi toccò; non m’aspettai cosa solo fisica, sperai un piacere che non ci fu, 27 anni e neppure apprezzabile esteticamente. Tenni segreta l’esperienza ed ebbi ansia, così raccontai ai miei ma non passò. Mi sfogai e dissi un flusso di altre cose moralmente meno deprecabili. Mi commiserai e piansi, feci del male a me. Ma la mia vita non è orrenda, ha anche aspetti validi. Poi riferii l’esperienza col compagno al liceo, che pure aveva difficoltà a socializzare, attratto fisicamente m’affezionai e provai più che amicizia, lo confortai di essere se stesso con me, mitizzai la sua immagine, gli feci un regalo col cuore. Ma il rapporto si sgretolò, pensai d’incontrare una persona per costruire qualcosa. Da bambino ero timido, non integrato in gruppi, immaginai una donna e divenire padre di famiglia, dopo i riferimenti sono mutati. Ancora non sono convinto di ciò che voglio, ho speranza. Non sono di esempio a mio fratello. Sono qui per capire quant’è vera la cosa e avere più sicurezza, non posso continuare a guardare persone senza costruire un legame, usando filtri, vorrei capire se la spinta ad agire in un dato modo è dovuta a condizione mentale o se sono me stesso”
 

 PARTE TEORICA

Sessualità e intimità

     ‘intimità’ non è sinonimo di espressione sessuale o condivisione romantica. In senso ampio si riferisce alle forze che consentono alla persona profonda condivisione nelle relazioni (anche di amicizia, lavoro, ecc.).  Quando c’è rivelazione di sé e reciprocità, l’intimità è coinvolta. L’intimità sessuale è soltanto una parte di quella psicologica

     La capacità performativa sessuale spesso precede quella di intimità emotiva

     lo sviluppo dell’intimità non sempre comprende l’esperienza sessuale o l’espressione genitale, ma implica apertura, disponibilità all’altro e a sé, impegno dove la mutualità gioca un ruolo necessario

     la reciprocità è essenziale nei rapporti intimi: ambedue sono coinvolti nell’auto-rivelazione e nel rispondere alla conoscenza ricevuta dall’altro

 L’incontro sessuale

     l’esperienza sessuale e dell’orgasmo nel giovane adulto può contribuire a voler rischiare l’auto-rivelazione, abbassando le difese davanti all’altro

     l’amore sessuale rimarca l’effetto di molte esperienze intime, nel placare ostilità e conflitti inevitabili tra persone a vicino contatto

Intimità e amore

     l’apice di sviluppo della forza dell’intimità psichica emergente nel giovane adulto è l’amore di mutua fedeltà. La consistenza di tale tipo di amore marca la transizione all’età adulta psicologica

     l’emergere delle piene risorse di intimità nella prima età adulta, esiterà nelle risorse generative che raggiungeranno pieno sviluppo nella media età adulta

Crisi dell’intimità

     per E. Erikson e altri psicologi,  la relazione omosessuale è un possibile contesto di risoluzione delle crisi di intimità e anche il segno di tale risoluzione, come sviluppo di stabili unioni omosex e di sfida a un maturo stile di vita gay

Quando l’intimità fallisce

     lo sforzo in questa crisi relazionale, esperita nel giovane adulto e oltre, provoca 3 tipi di evitamento, come stili dominanti della sua vita interpersonale:

     isolamento

     comportamenti stereotipati

     promiscuità

sesso e genere (sex & gender)

     sesso: corredo genetico di tratti biologici, fisici, anatomici, generanti binarismo maschio/femmina)

     genere: costruzione socio-culturale, rappresentazione, definizione e incentivazione di atti connotanti il corredo biologico, generando lo status di uomo/donna

 

sex e genere sono interdipendenti

     sui tratti biologici si innesca il processo di produzione delle identità di genere: essi traducono le 2 dimensioni di essere uomo e donna

     il genere è prodotto della cultura, per persistente rinforzo sociale delle identità: il ruolo di genere è un tratto appreso, maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa

     maschilità e femminilità sono concetti dinamici e relativi, da storicizzare e contestualizzare: la società definisce valori e stereotipi da attribuire alle identità di genere, in cosa consiste essere uomo e donna

Condizione biologica e sociale

     ‘sesso’ deriva dal lat. secare o ‘dividere, tagliare’, in senso ampio distinguere

     sesso è biologico, la differenza maschile-femminile caratterizza ogni cellula dal concepimento (cromosomi XY e XX)

     genere (mascolinità e femminilità) o gender concerne una costruzione sociale e culturale, dunque mutevole

3 concetti

     identità di genere: perno dell’identità, senso profondo basilare o percezione di sé come maschi o femmine (a quale sesso sento appartenere?’)

     ruolo di genere: riferito a comportamenti, attitudini, tratti personalità che una società a un dato periodo storico e cultura definisce maschile o femminile (quali comportamenti la società in cui vivo ritiene adatti al sesso cui appartengo?’)

     orientamento sex: è la risposta a uno stimolo sessuale (da quale sesso mi sento attratto?’)

Atipicità

     vivere da maschio o femmina non corrisponde al dato bio. ma a condizionamento/apprendimento culturale: l’identità sessuata (essere uomini e donne) è sostituita da quella di genere (‘sentirsi’ tali a prescindere dalla biologia) e può variare tenendo immutato il dato biologico

     ai generi naturali si aggiungono quelli LGBTQ (lesbo, gay, bisex, trans, queer), di chi rifiuta un orientamento sessuale definito, libero di variare o restare ‘indefinibile’

     omosessualità come normale variante minoritaria non riproduttiva della specie umana?

Varianza

     ‘intersessuali’: pseudo-ermafroditi (sesso cromosomico diverso da quello dei genitali)

     il concetto di sesso è applicabile al 99% delle persone, quello di ‘genere’ a tutte (intersessuali e non)

     ‘orientamento’ e ‘identità’ possono non combaciare:

     una persona attratta da altri del suo sesso (orientamento omosex) può non riconoscersi come omosex (identità di genere), per paura o non essendosi ancora accettata

     l’identità di genere può svilupparsi incongrua col sesso biologico ma in accordo col ‘sesso di crescita’, in base all’educazione ricevuta

Legge naturale

     la biologia come causa delle differenze di genere, attribuire base biologica (origini genetiche e ereditarie) ai ruoli di genere: maschio e femmina sono ritenuti coppia fondamentale e complementare di opposte polarità

     identificare sesso (dato morfologico) e genere (dato culturale), la medaglia a unica faccia in cui ruoli e identità di genere e orientamento sessuale sono scritti nel corpo

Teoria dei 5 sessi

     maschio

     femmina

     herm (ermafrodita: intersessuale con 1 testicolo e 1 ovaio)

     merm (pseudoermafrodita maschio: intersessuale con testicoli, qualche tratto sex femminile e nessuna ovaia)

     ferm (pseudoermafrodita femmina: intersessuale con ovaie, qualche tratto sex maschile e nessun testicolo)

     in natura esistono 2 sessi ma pluralità di pratiche, orientamenti, preferenze sessuali: il genere come dimensione socio-storica, culturale, simbolica di appartenenza al sesso biologico

     la realtà come un insieme senza confini netti, bensì contiguità, sovrapposizioni, intrecci su cui tracciamo linee e diamo definizioni

     in biologia vi sono i due estremi M e F e pure possibilità intermedie, stati d’intersessualità (ermafroditismo, sindromi Morris, Swyer Turner, Klinefelter, ecc.), condizioni patologiche (disordini di sviluppo o differenziazione sessuale)

L’identità umana: la mente ebraica non definisce ma descrive l’uomo

     Nephesh, la gola, organo del respiro, simbolo del desiderio, ma pure vita e persona umana, l’uomo nella sua indigenza e desideri, con la sua vulnerabilità ed emozioni

     Basar: ‘carne’, l’uomo nella sua debolezza e mortalità, ma pure razionalità, così la corporeità ci fa entrare in rapporto con l’altro (Gen 2,24)

     Ruah: vento, respiro, forza di Dio, che conferisce vita, Dio e l’uomo sono in relazione dinamica (Gen 1,2; 3,8)

     Leb: cuore, sede di ragione e volontà, vicino alla ns. idea di coscienza, luogo dell’interiorità e della decisione (Sal 25,17)

La persona umana si costituisce nei rapporti, prima familiari

     basi del matrimonio cristiano: unità, indissolubilità, fedeltà, apertura alla vita

 

Versus

     matrimonio ridotto a convenzione o cornice sociale

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