giovedì 20 ottobre 2016

OLTRE IL GENERE del prof. Carlo Conti



Per trattare questo tema mi riferirò anche alla seccata esternazione di Papa Francesco , proprio sulla stessa teoria. Nella stessa intervista ,poi, il Santo Padre aveva di nuovo sottolineato come fosse un problema di non poco conto  il calo numerico dei matrimoni e dei figli.
Ritorno  su miei vecchi concetti dei quali peraltro sono profondamente convinto.
Le varie discussioni dottrinali  sul genere mi hanno abbastanza disturbato in quanto spesso presentate in modo inesatto e fazioso,  per le quali da una parte sembra che tutti gli uomini e tutte le donne siano fatti a stampo con caratteristiche uniche per sesso, e dall’altra parte che si possa scegliere in che sesso stare come si decide che vestito metterci al mattino.
Credo utile, ancora una volta, richiamare il concetto che “oltre il genere” tutti gli umani sono riuniti nel genere “uomo”, anzi, a essere precisi, allo stato attuale, nel genere “uomo sapiens sapiens”.
Il punto nodale sul quale mi concentrerò è “il figlio dell’uomo” sul quale ho sentito fare le ipotesi più fantasiose , ad es. su Repubblica del 29.9.015 si ipotizzava che le donne (per potere essere più libere…”) avrebbero potuto congelare gli ovuli e poi (quando?) fecondarli con seme altrettanto congelato (di chi?).
Gli etologi, e io con loro, sono convinti che il rapporto uomo-donna sia stato fondamentale e abbastanza stabile dalla notte dei tempi, ben prima della fase  cosiddetta  dei “cacciatori e raccoglitori”. Sono state trovate macine di pietra  per tritare semi e poi cuocerli, in un insediamento pugliese risalente a circa 30.000 anni fa e tutte le evidenze archeologiche (sepolture, scheletri, ossa di cacciagione e resti di insediamenti) fanno pensare a nuclei di tipo familiare, abbastanza stabili, con una differenziazione dei ruoli fra uomo, donna, anziani, bambini.
Molte cose sono cambiate e mi sono tenuto aggiornato nel tempo più di quanto possiate pensare, ma il punto centrale del rapporto iniziale uomo donna è costituito dalla attrazione, dal corteggiamento (accettato o meno) , dal verificarsi di una simpatia psicofisica  che , ovviamente , può o meno procedere nel tempo fino al formarsi di una vera coppia:  questo è in tutto il mondo e lo è stato da quando esiste il genere uomo. Ovviamente non per tutti: la scelta di fare coppia uomo-donna è la scelta statisticamente maggioritaria a livello mondiale, ma esistono anche altre scelte.
Quello che ritengo molto interessante è che l’inizio di una struttura familiare costituita da una coppia uomo donna con tutto il seguito di figli, ma anche di nonni e zii e zie zitelle, non è ritenuto dagli etologi il fatto costitutivo primario .  
Tutto fa ritenere, da parte della scienza e del sottoscritto, che l’evento di massima importanza per lo sviluppo della socialità e del rapporto uomo donna sia rappresentato dalla evoluzione della cura della prole. Anche nei grandi primati il rapporto madre figlio è intensissimo ed estremamente duraturo, ma nella razza umana si sono verificati fatti nuovi di estrema importanza:
-        Il cervello è molto grande rispetto al corpo.
-        La acquisizione di un minimo di autonomia è molto lento e prolungato e comporta un legame individualizzato fra madre e figlio adattati l’uno all’altro  da una serie di segnali e di moduli comportamentali che fanno parte di un repertorio innato(neotenia).
-   Quindi nell’ambito della cura della prole si sono resi disponibili quei moduli comportamentali che permettono l’esistenza di un rapporto di amicizia-tenerezza anche fra adulti: è così che ha avuto origine l’amore. E anche i padri hanno sviluppato amore e tenerezza verso il figlio. E anche è possibile l’amore fra uomo e donna.
-      E per la cura della prole era indispensabile un rapporto particolare ( e in genere duraturo) nell’ambito della coppia uomo - donna  ed elementi facilitanti sono il fatto che la sessualità è scissa dal periodo fecondo  e il corpo femminile  si è modificato aumentando le attrattive della parte anteriore.
Non credo che tutto questo finirà molto presto: a livello mondo lo vedo ancora molto attuale, ma dobbiamo recuperare una coscienza sociale, soprattutto nella cultura occidentale , e  soprattutto per quanto riguarda la progettualità della coppia e l’etica di riferimento.
Riscoprire la bellezza del figlio dell’uomo: ogni bambino che nasce è una novità assoluta nella storia del gruppo al quale apparteniamo e anche della intera famiglia umana. Questo frequentemente non è apprezzato e preparato in modo adeguato nell’ambito di una coppia anche nella nostra civilissima Italia. Spesso i figli, nonostante i tanti metodi contraccettivi, vengono concepiti senza una piena assunzione di responsabilità.
In passato il progetto della coppia veniva dato dalle tradizioni. Oggi i figli vengono per scelta, spesso tardiva, o per un rapporto non programmato occasionale, per rassicurare la propria autostima, frequentemente senza un progetto, ma affidandoci alle istituzioni che dovrebbero provvedere a istruzione ed educazione…
Spesso le nuove generazioni non sentono la responsabilità di aiutare e accompagnare i figli all’età adulta, con un’etica di riferimento, con una cultura, con un progetto… che riguarda la coppia in primo luogo, ma anche la nazione nella quale si vive e il mondo intero.
Sempre Papa Francesco ha espresso rammarico per la diminuzione dei matrimoni e il loro ritardo nel tempo, spesso per motivi molto poco consistenti e quindi la natalità nel mondo occidentale è in netta diminuzione. Non certamente sostenuta da tecnologie riproduttive e non certo perché coppie omosessuali non possono avere figli, come del resto esistono esseri umani  che, per scelta o condizione sociale, non si sposano e quindi non hanno figli.
E’ vero che arrivano  da noi occidentali, oggi, esseri umani fuggiti da zone di miseria estrema; zone nelle quali in tempi passati abbiamo attinto a piene mani ricchezze e commesso soprusi, senza costituire le basi affinché la miseria materiale e culturale avesse fine. Queste coppie di migranti  in genere vengono da zone dove la natalità è molto alta, ma le difficoltà che incontrano nelle zone di accoglienza ( e la netta ostilità di alcuni gruppi sociali o nazionali) riduce rapidamente il numero delle gravidanze e quindi dei nuovi nati.
Persistono aree di alta natalità in America del sud e in oriente, ma, globalmente, il genere “homo sapiens sapiens”è in netta difficoltà ed è possibile che entro qualche decennio si assista a una diminuzione dei nuovi nati. Inoltre i nuovi nuclei familiari :
-        Si formano in maniera poco programmata e quindi a rischio stabilità.
-        Il contesto socio-politico generale è poco favorevole alle giovani coppie.
-        L’etica di riferimento personale e di coppia è più portata alla soddisfazione degli egoismi personali che non alla costituzione di un nucleo familiare con figli e un progetto che riguardi le nuove e le vecchie generazioni.
A mio parere è questa la sfida del futuro, anche per i nostri consultori: è su questo che dobbiamo aprire una discussione, anche con la politica, e invitare tutti a prendersi le proprie responsabilità.

Nessun commento:

Posta un commento